Disturbi articolazione temporo-mandibolare

Disturbi articolazione temporo-mandibolare

TRATTAMENTI EFFICIENTI E PROFESSIONALI

Disturbi Temporo-Mandibolari

Sono condizioni muscolo-scheletriche dolorose e disfunzionali che interessano le articolazioni temporo-mandibolari (A.T.M.), la muscolatura masticatoria e tutte le strutture della testa e del collo ad esse correlate. Le A.T.M. sono le articolazioni che permettono alla mandibola di muoversi, sono in numero di due, una per lato. Essendo continuamente sollecitate durante la masticazione e la fonazione, sono particolarmente soggette alla comparsa di problematiche disfunzionali. I sintomi sono vari e comprendono il dolore, generalmente localizzato a livello dei muscoli masticatori o davanti all’orecchio, associato o meno a limitazioni all’apertura della bocca e a rumori articolari. A complicare il quadro spesso si aggiungono altri sintomi come il mal di testa, mal d’orecchio, acufeni e dolore irradiato alle strutture mascellari. E’ facile intuire come questi disturbi possano complicare il riposo notturno. Spesso questi sintomi vengono interpretati dai pazienti e dai medici di famiglia come problematiche riguardanti l’orecchio, intenso come organo di senso, perciò di sovente, viene consigliata una visita dallo specialista otorinolaringoiatra. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questa sintomatologia è legata a un “malfunzionamento” dell’articolazione temporo-mandibolare (A.T.M.), la struttura anatomica che permette i movimenti mandibolari (aprire e chiudere la bocca, masticare, deglutire, ecc). Se, masticando o aprendo la bocca, avvertite dolore, è molto probabile che si tratti di una disfunzione a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, piuttosto che un problema dell’orecchio medio, tipo otite, per intenderci.

Accanto a sintomi di medio lieve entità esistono anche situazioni cliniche inequivocabilente imputabili alle disfunzioni dell’ ATM: ci si può trovare di fronte a un paziente bloccato a bocca aperta con l’impossibilità di chiuderla, o al contrario, a un paziente bloccato con la bocca chiusa, incapace di aprirla. Fortunatamente questi casi clinici rappresentano una percentuale  limitata del numero di pazienti totali.

I disturbi temporo-mandibolari sono causati da numerosi fattori (tra cui si possono citare quelli genetici, comportamentali, ambientali, sociali, emozionali e cognitivi). I fattori predisponenti più spesso associati sono rappresentati dallo stress emotivo, dalle attività parafunzionali (bruxismo, serramento dei denti, abitudini viziate tipo mangiarsi le unghie) e in alcuni casi dalle malocclusioni dentali. Protesi incongrue e precontatti occlusali sono in grado certamente di scatenare la sintomatologia dolorosa in soggetti predisposti. Anche i traumi con fratture a carico della mandibola e/o della faccia, a volte misconosciute, possono rappresentare una importante causa di disturbi della sfera A.T.M. 

Occorre comunque non dimenticare che, come per le altre articolazioni del corpo, anche l’A.T.M. può essere interessata da patologie infiammatorie degenerative (artrite, artrosi) o tumorali, che andrebbero escluse prima di impostare il piano di cura gnatologico. Queste situazioni infatti possono determinare sintomatologie del tutto simili a quelle di una problematica disfunzionale.

Per questo motivo, è importante che il paziente venga inquadrato dalle figura del chirurgo maxillo facciale, che, una volta escluse patologie di interesse chirurgico, imposterà con lo gnatologo il piano terapeutico ottimale. 

Se si soffre di mal di testa persistenti, soprattutto al risveglio, dolori durante i movimenti mandibolari e durante la masticazione o rumori articolari insoliti (riferiti di solito come “click” o crepitii), è necessaria una valutazione gnatologica.

 

Articolazione temporo mandibolare con artrite e lussazione disco articolare

Come trattare un problema gnatologico?

Utilizzo della tossina botulinica nei dolori articolari facciali
Artrocentesi dell'ATM sinistra

Per la complessità, la unicità dei disturbi articolari del volto, la diagnosi richiede analisi che sono “paziente specifiche”; allo stesso modo, i trattamenti terapeutici richiedono pianificazioni individuali in relazione alle specifiche caratteristiche della malattia del paziente. Ci si avvale, soprattutto nelle fasi iniziali, di procedure conservative reversibili e non invasive: terapie con dispositivi intraorali rimovibili (bites) confezionati ad hoc, controllo dell’occlusione dentaria, fisioterapia, terapia farmacologica e terapia comportamentale.  Sconsigliamo l’utilizzo di “bites” universali disponibili nei comuni supermercati e farmacie, senza dubbio utili per proteggere lo smalto dei denti, inutili o a volte dannosi per la terapia delle problematiche articolari. In  caso di scarso beneficio sono disponibili ulteriori trattamenti come l’utilizzo della tossina botulinica (Botox), o l’artrocentesi che prevede, come nelle altre articolazioni del corpo, una serie di lavaggi articolari con medicamenti specifici. Queste ultime tecniche si sono dimostrate molto efficaci nella gestione del dolore e della contrattura muscolare, se utilizzate in casi specifici e da mani esperte. Esiste comunque una percentuale di soggetti che non ottiene alcun sollievo dalle terapie proposte, circa il 5% dei pazienti. In questi casi è possibile prendere in considerazione il trattamento chirurgico. 

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